
Natività 2017
Tutta la creazione gioisce per la venuta del Signore: “I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne davanti al Signore che viene”, canta il salmo 97.
Con la loro maestosità, le montagne si offrono come simbolo di Dio nostra roccia e annunciano, nei versetti del Prologo di Giovanni scritti sulle loro pareti, l’arrivo della salvezza per ogni cosa creata.
Due vie si incrociano nella valle, come le due possibilità che si offrono all’uomo. Una, buia, sembra non avere origine né meta; fugge via, trasversale, senza prospettiva, rifiutando la relazione e scegliendo il grigiore della solitudine.
L’altra, luminosa, scende giù dalle vette altissime e viene avanti offrendosi all’incontro nella luce della verità.
È la via del Signore che viene ad abbracciare l’uomo, e nello slancio non teme di sporgersi sull’abisso che separa divinità e umanità.
Il Bambino è posto all’estremità di questo cammino, in posizione sbilanciata sul vuoto, nello sforzo estremo di raggiungere ogni vivente. È adagiato su un’orma luminosa: traccia, per l’umanità, un sentiero di luce e dona la promessa che nessuno verrà lasciato solo nel cammino della vita.