
Meditiamo sulla parola – Battesimo di Gesù – anno A
Il rito del Battesimo prevede diversi gesti simbolici: l’unzione battesimale, l’unzione con il sacro crisma, la candela accesa al cero pasquale, l’effatà ed altri ancora.
Oggi, festa del battesimo di Gesù, ci fermiamo a considerare la consegna della veste bianca o battesimale.
Molti testi bilici fanno riferimento alla veste. Nella Genesi, Adamo ed Eva, intrecciano foglie di fico per vestirsi; Giobbe indossa un sacco sulla sua pelle; Giovanni al capitolo 19 dice: “I soldati, dopo aver crocefisso Gesù, prendono le sue vesti e la tunica che è senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo”. Dicono tra loro: “Non stracciamola, ma diamola a sorte”. Questi dettagli ne sottolineano l’importanza. La tunica tutta d’un pezzo dice che Gesù è interamente unito al Padre e interamente unito a noi. Solo in Lui possiamo trovare unità fra noi e in noi.
L’unità di cui si parla non riguarda solo la chiesa ma tutto il genere umano, tutto l’universo. La tunica non può essere intaccata nemmeno da una cucitura. L’immagine e somiglianza che il Creatore ha impresso in noi non possono essere cancellati perché sono il fondamento e la verità del nostro essere.
Come altri pensatori cristiani, anche Origene scrive: “Se sei misericordioso come il Padre celeste, vuol dire che in te c’è la sua immagine”.
Non dimentichiamo: noi siamo Tempio di Dio, Arca dell’alleanza, Santo dei Santi. Il Padre dona la tunica di Gesù. È un dono che viene dall’alto, copre tutto ciò che in noi vela la somiglianza originaria con il figlio. È la nostra veste nuziale.
Da notare: Gesù non lascia la tunica al momento della risurrezione, ma in quello della sua morte, quando tutto è compiuto.
Scende agli inferi a liberare uno per uno quelli che lo attendono fin dall’inizio del mondo. Negli inferi dà a ciascuno la sua tunica, affinché tutti, senza eccezione, possono presentarsi alla presenza del Padre, santi ed immacolati.
Matteo parla della veste al capitolo 22. Un re invita i suoi amici alla festa di nozze del figlio. Nessuno partecipa. La delusione è immensa. Allora invita tutti quelli che sono nei paraggi, come i poveri, i passanti. Con sorpresa trova un commensale senza abito nuziale. La domanda: “Come sei entrato qui senza l’abito nuziale?” Quello ammutolisce. Allora il re ordina ai servi: “Gettatelo fuori nelle tenebre”.
Questa parabola non è facile. Gli esegeti spiegano: la veste nuziale viene consegnata all’entrata. Tutti ne sono rivestiti. È grave non portare la veste. Perché questa omissione dice che non si è passati attraverso la porta che è Cristo. “Amen, amen, chi non entra per la porta ma sale per un’altra parte, costui è ladro e brigante”. Non ha aderito alla sua vocazione.
Gregorio Magno commenta: “È a giusto titolo che la carità venga chiamata veste nuziale. Il Creatore l’ha rivestita quando venne a nozze con l’umanità”.
Nell’Apocalisse (etimologicamente significa “svelare “, “togliere i sigilli”) uno degli anziani dice: “Questi che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?”. Risposta: “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide del sangue dell’agnello”. Si fa riferimento ai martiri e a tutti quelli che sono stati fedeli al proprio battesimo.
Alla morte di Gesù, il velo del tempio si squarcia, il giardino dell’Eden si trasforma in una città costruita dalle nostre opere. Troneggia l’albero della vita non più proibito ma accessibile a tutti. Non ci sono più tuniche di pelli come nella Genesi, ma vesti bianche. Non c’è più il Santo dei Santi ma c’è l’uomo, imago Dei.
Una moltitudine immensa sta in piedi davanti all’agnello, indossano vesti candide e hanno rami di palme nelle loro mani. Nella chiesa delle origini il martire è chiamato palmato.
Ciò che interessa a Dio non è il peccato ma l’uomo. Dio vuole per noi larghezza, altezza e grandezza di vita. Vuole per noi una gioia dilatata.
Concludiamo con la formula che accompagna la consegna della veste nel rito del battesimo: “Sei diventato una nuova creatura e ti sei rivestito di Cristo. Questa veste bianca sia segno della tua nuova dignità: aiutato dalle parole e dall’esempio dei tuoi cari, portala senza macchia per sempre”.