LE PERLE DEL PENSIERO CRISTIANO

Simone Adolphine Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) è stata una filosofa, mistica e scrittrice francese. La sua fama è legata sia alla vasta produzione saggistico-letteraria, sia alle drammatiche vicende esistenziali che attraversò durante la sua vita. Decise di lasciare l’insegnamento per sperimentare la condizione operaia, fino ad impegnarsi come attivista partigiana, nonostante i persistenti problemi di salute.

La sua complessa figura è divenuta celebre anche grazie allo zelo editoriale di Albert Camus, che dopo la morte di lei a soli 34 anni, ne ha divulgato e promosso le opere, i cui argomenti spaziano dall’etica alla filosofia politica, dalla metafisica all’estetica, comprendendo alcuni testi poetici (fonte: Wikipedia).

 

Di origine ebraiche, Simone Weil si avvicinò al cristianesimo dopo un soggiorno all’abbazia di Solesmes, senza mai aderire ufficialmente alla Chiesa. Nella sua ricerca filosofica unì in modo del tutto originale esperienza religiosa, istanze etico-sociali e azione solidaristica.

Tra le sue numerose opere, si ricorda qui La persona e il sacro, un breve saggio steso poco prima della sua morte, nel 1943, nel quale riassume tutta la sua ricerca etico-sociale senza trascurare quanto di più caro aveva acquisito con la ricerca spirituale (fonte: Jesus, nov. 2022). Di seguito si riporta un breve estratto.

 

“In ogni uomo vi è qualcosa di sacro. Ma non è la sua persona. E neppure la persona umana. È semplicemente lui, quell’uomo. Ecco un passante: ha lunghe braccia, occhi celesti, una mente attraversata da pensieri che ignoro, ma che forse sono mediocri.

Ciò che per me è sacro non è né la sua persona né la persona umana che è in lui. È lui. Lui nella sua interezza. Braccia, occhi, pensieri, tutto. Non arrecherei offesa a niente di tutto questo senza infiniti scrupoli”. (La persona e il sacro, Milano, 2017, p. 11).

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