
Meditiamo sulla Parola – I domenica di Quaresima anno B
Quando si parla di Quaresima, ci vengono subito alla mente parole come sacrificio, penitenza, mortificazioni, ma la Quaresima è un momento di presa di coscienza, è un cammino per riscoprire il proprio battesimo. Diventa occasione per poter raccogliere tutte le nostre energie in vista di un cambiamento di mentalità. Ma come si fa, praticamente, a cambiare il nostro consueto pensare?
Un consiglio potrebbe essere quello di cambiare il nostro sguardo sia sulle persone che su ciò che ci circonda.
Quante volte abbiamo affermato che una persona ci è antipatica “a pelle”, prima ancora di averla conosciuta? Ecco, la metanoia, in questo caso, potrebbe essere quella di passare da un pregiudizio del male ad un pregiudizio del bene.
“Subito lo Spirito lo sospinse”. L’avverbio di tempo indica l’urgenza delle decisioni, mentre lo Spirito è lo stesso che è sceso su Gesù, attraverso il battesimo. Il verbo “sospinse” è forte, sembra che lo cacciò, lo gettò nel deserto. In effetti, lo getta verso una nuova vita, verso una rinascita.
Il deserto, nella Bibbia è il luogo, per antonomasia, dell’intimità con Dio, è il luogo dell’amore. Dio, ci attira a sé, per avere un incontro esclusivo con noi. Gesù, pur avendo ricevuto il battesimo, non si affretta nella sua missione, ma si ritira nel deserto. Con questo ci insegna che la riflessione, la preghiera, sono necessari prima di intraprendere ogni nostra iniziativa. Nel deserto, Gesù sconfigge Satana e diventa così il nuovo Adamo.
Chi tenta Gesù? Sono quelle persone che si presentano al popolo con i loro digiuni, i sacrifici: i farisei. Sono quei fanatici che allontanano gli uomini da Dio attraverso delle leggi severe, difficili da poter osservare. Le loro azioni sono il contrario di quelle di Gesù che, invece, tendono ad avvicinare, a fondere Dio all’umanità.
“Stava con le bestie feroci”. Nel libro di Daniele, vengono indicate nel potere di Carlo Magno, dei Persiani, dei Babilonesi. Le bestie feroci sono anche quelle che ci inabitano: le nostre paure, i fantasmi, i mostri. Dobbiamo imparare a conoscerli, per poterli eliminare. Ed ecco che ci potrebbe venire in aiuto ritagliarci brevi momenti di deserto, di solitudine. Naturalmente non una solitudine patologica, ma solo quella scelta, voluta. Soltanto se passiamo attraverso la brutalità della solitudine, così come Gesù, potremo uscire fortificati. Ci si potrà sentire nuovi a sé stessi.
“Gli Angeli lo servivano”. Nella Bibbia l’Angelo è l’intervento di Dio. È quella realtà che si manifesta attraverso un amico oppure qualsiasi mediazione che non ci fa sentire soli. Anche Gesù, nel deserto, avverte queste forze buone che gli danno forza e coraggio. Il verbo servire è diaconeo da cui diacono e indica un servizio svolto per amore.
“Dopo che Giovanni fu arrestato”. Giovanni, con i suoi sermoni, attirava le folle. La sua, era una voce che annunciava un cambiamento. Si sa che il potere non ama le sollevazioni popolari, né le ribellioni, per cui Erode che teme molto Giovanni, lo fa uccidere. Però, ogni volta che un potere tenta di soffocare una voce di denuncia, Dio ne suscita un’altra ancora più potente. Gesù, dopo che Giovanni viene ammazzato, sente di essere in pericolo e così lascia la Giudea e va al Nord, in Galilea, dove dà inizio alla sua attività. In Galilea predica il Vangelo di Dio, ossia la Buona Notizia.
Cos’è la buona notizia? È un Dio buono che ci ama ed è amore universale. Non un amore circoscritto soltanto ad un popolo prescelto, ma è un amore che non conosce confini. “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino”. Dopo la caduta della monarchia, nel popolo c’era l’attesa di un Regno dove fosse Dio a governare. Dio, comunicando tutta la sua capacità d’amore, crea un Regno terreno alternativo, dove, invece di accumulare, si condivide e dove, anziché comandare, ci si mette al servizio. Ed ecco perché dice “Convertitevi e credete nel Vangelo”. Don Tonino Bello parlava di un cambiamento totalizzante da parte dell’uomo: partire dalla testa, con le ceneri, e finire con la lavanda dei piedi, ossia col servizio agli altri. Le ceneri, così impercettibili, dovremmo sentirle come una martellata per poter apportare un cambiamento di mentalità che incida profondamente nei comportamenti.
Credere nel Vangelo, vuol dire credere nella buona notizia, ossia che ci possa essere una società alternativa fatta di condivisione e di servizio.