Meditiamo sulla Parola – XXXII domenica tempo ordinario anno B

“Guardatevi dagli scribi” – dice Gesù. È un imperativo e significa “Attenti”.

Gesù non invita a stare attenti dai peccatori, miscredenti o fuorilegge, ma dai rappresentanti delle istituzioni religiose. Gli scribi appartenevano ad una casta potente e formavano una classe intellettuale.

Nelle società antiche, il possesso della cultura equivaleva ad avere potere.

Marco sottolinea alcuni elementi per distinguere gli scribi: vestono in maniera diversa dagli altri, hanno i primi seggi nelle Sinagoghe e nei banchetti. Prendono le dovute distanze e si distinguono da tutti gli altri. Hanno bisogno di essere notati ed ammirati, vivono di vanagloria, gloria vana. La loro è una vita vissuta soltanto in funzione dello sguardo degli altri: che vita miserabile! Non solo intendono primeggiare, ma sono causa di ingiustizia per i poveri.

Gesù usa un’espressione terribile: “Sono i divoratori delle vedove”. Sono gli sbranatori delle persone più deboli. Una vedova, per ricevere giustizia, doveva rivolgersi alla competenza degli scribi, i quali facevano abuso della loro esperienza.

Gesù, seduto di fronte al tesoro del Tempio, osservava tutto quello che avveniva davanti a lui.

Tutta la società ebraica ruotava intorno al Tempio, sostenendo le spese per la manutenzione e per il culto. Nelle grandi feste, il Tempio veniva affollato di pellegrini che gettavano monete dentro le buche, dette “trombe”. Più se ne gettavano e più rumore facevano precipitando nelle trombe.

Dice Mc: “Tanti ricchi ne gettavano molte”. La vedova, contrariamente ai ricchi che versavano il superfluo, getta tutto quanto aveva per vivere, ossia la sua vita.

Questa vedova si è letteralmente tolta il pane dalla bocca, privandolo anche ai suoi figli per versarlo nel tesoro del tempio.

Col senno di poi, diremmo che è una fatica inutile quella di mettere del denaro per la costruzione del Tempio, considerato che di lì a poco tutto verrà distrutto.

Ma chiediamoci: È giusto quello che fa la donna? È giusto che una persona si privi dei mezzi di sussistenza per una causa religiosa?

La tradizione ebraica sconsigliava agli indigenti di versare la “tassa religiosa”, pertanto, la donna fa un atto di eroismo non richiesto. Questa donna, allora, diventa la vittima di un dio-vampiro che succhia il sangue dei suoi figli.

Quella di Gesù non è una lode, un elogio, ma un pianto di compatimento per una vittima dell’istituzione religiosa. Questa donna è stata vittima del lavaggio del cervello esercitato dalle autorità religiose. Gesù, allora, condanna quel sistema e indica come questa gente, in realtà, sta sfruttando i poveri.

È un atto di accusa da parte di Gesù che non intende delegittimare né le istituzioni religiose, né il Tempio, né la dottrina ebraica, ma vuole sottolineare che c’è del marcio, che non è quello il progetto di Dio, il Regno di Dio.  Il progetto di Dio non sono i grandi templi, costruiti con la generosità dei popoli, ma il Regno di Dio è il trionfo del dono di sé, è il trionfo della Croce.

Gesù, indicando la vedova, sta indicando se stesso.

Di lì a poco tutto verrà distrutto e il Tempio assumerà una veste vedovile, ma ciò che non sarà mai distrutto, ciò che resterà per sempre, è la Parola di Gesù ed è la sua vita. Lui diventa il vero Tempio. Il gesto di generosità della donna va letto come interpretazione della generosità di Cristo nel donare la propria vita.

È interessante notare che questo è l’ultimo pezzo narrativo prima del grande discorso sulla fine dei tempi di Gesù e poi tutta la narrazione della passione.

In questa pagina, da una parte c’è il gesto della donna, sicuramente generoso, ma che diventa soprattutto denuncia di un sistema che è marcio, dall’altra è una profezia del gesto che Gesù compirà nel donare tutto se stesso.

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