Meditiamo sulla Parola – II domenica tempo ordinario (anno C)
Giovanni con l’episodio delle nozze di Cana compone una complessa e profonda pagina di teologia.
Sebbene sembri riprodurre un episodio di vita quotidiana ossia un banchetto di nozze al quale il Signore prende parte aiutando gli sposi in difficoltà perché è terminato il vino, in realtà rinvia a un altro sposalizio del quale parlano i Profeti: il rapporto tra Dio e Israele.
Questa nuova immagine introdotta per la prima volta da Osea diviene nella Bibbia una parabola del rapporto d’amore tra Dio e il popolo. La stessa incarnazione è celebrata dalla chiesa quale banchetto nunziale con Dio e tutta la natura.
Il rapporto tra il fedele ed il Signore è dunque concepito come l’amore tra due sposi Isaia 62, 1-5 Sii come un giovane sposa una vergine; come lo sposo gioisce per la sposa così per te gioirà il tuo Dio.
Tuttavia, le guide spirituali, gli scribi e i farisei non concepiscono come sponsale e gratuito il rapporto con il Signore. La sua benevolenza è da guadagnare con offerte, incensi, sacrifici e continue purificazioni. Come il salariato osserva scrupolosamente gli ordini del padrone così il devoto deve eseguire con diligenza i precetti prescritti dalla legge.
Solo una parte di Israele spiritualmente più elevata riesce a instaurare un rapporto intimo e autentico con il Signore, i salmisti. Il Salmo 16, Signore tu mi scruti e mi conosci, ha sete di te Signore l’anima mia, senza di te non ho più bene.
È chiaro che questa pratica religiosa sia da considerare come una mensa nella quale manca il vino, quell’entusiasmo, quel qualcosa in più che rende lieta la quotidianità, vino che non c’è mai stato fin dall’inizio del rapporto.
Il vino è nelle Sacre Scritture il simbolo dell’allegria, della gioia della festa. Il termine ricorre ben 175 volte. Quoèlet cap.10 Per stare lieti si fanno banchetti. Il vino allieta la vita; Siracide cap.31, Che vita è quella di chi non ha vino? Siracide cap. 40, Il vino e la musica rallegrano il cuore.
Ad accorgersi di questa situazione insostenibile è la madre di Gesù, Israele, il grembo dal quale è nato il Cristo. Il Signore crea una situazione di distacco netto tra la condizione spirituale vissuta da Israele e una spiritualità basata sull’amore gratuito in grado di accogliere tutti compresi “gli impuri” i peccatori.
Le giare di pietra che sono sei (simbolicamente indicano l’imperfezione) stanno a indicare che la legge scritta su pietra ha esaurito la sua funzione con l’arrivo dello Sposo il Signore Gesù preannunciato dal Battista in precedenza. Egli, infatti, interrogato dai farisei risponde: Non sono io lo sposo, io sono l’amico dello sposo; il mio cuore è colmo di gioia per l’arrivo dello sposo.
Quando giunge l’ora nel momento del Calvario, lo Sposo manifesta con pienezza tutto il suo amore per la Sposa donando la sua vita.
Qual è il nostro rapporto con Dio? Abbiamo il vino nel nostro banchetto?