
Meditiamo sulla Parola – II Domenica di Pasqua anno C
Ci sono pagine evangeliche che più di altre rimangono scolpite nella memoria, anche di chi non è un frequentatore abituale delle Scritture. E ci sono figure che migrano al di fuori di un contesto strettamente religioso per divenire dei simboli universali. È quanto è successo a Tommaso, diventato emblema dell’incredulità, quella difficoltà a fidarsi, a credere non solo al divino, ma anche semplicemente all’umano. Figura in cui riconoscere la nostra comune debolezza, e perciò istintivamente simpatica.
L’episodio narrato da Giovanni è collocato, inizialmente, nel giorno stesso di Pasqua. L’avere constatato che la tomba è vuota, l’aver ascoltato l’esperienza straordinaria vissuta da Maria di Màgdala non ha cambiato nulla nei discepoli, che rimangono intrappolati nella loro paura. Le porte sono chiuse, annota Giovanni. Ma ad essere chiusi, più che usci e finestre sembrano essere le menti e i cuori. Non hanno capito. Sono ancora come storditi. Possiamo comprendere questa umana debolezza: ci sono eventi che hanno bisogno di tempo per essere metabolizzati, figurarsi un evento assolutamente inedito nella storia dell’uomo.
A far breccia nei muri delle paure, della confusione mentale, dello scombussolamento emotivo è il Risorto, con il suo “Shalom”.
È il saluto consueto fra gli ebrei. Ma qui non è più un’invocazione, un augurio, una speranza. È già dono, perché in Cristo Risorto ciò che l’uomo può solo augurarsi e sperare diventa già pienezza realizzata. “Shalom” da condividere subito, da portare come annuncio e da concretizzare in un perdono che aiuti l’uomo a rialzarsi e a risorgere a immagine del Risorto.
Tommaso non vive questa esperienza. È fuori. Certo ha coraggio. Più degli altri discepoli, se affronta il pericolo dei Giudei. Non sappiamo cosa lo abbia spinto fuori. Forse ha bisogno di elaborare in solitudine l’epilogo drammatico della vicenda del Nazareno. O forse non si sente in sintonia con gli altri, qualcosa lo ha allontanato da loro. E questa mancanza di armonia rispetto al resto del gruppo sembra confermata dalla sua testardaggine nel non credere a quanto gli riferiscono. Ma dobbiamo chiederci se è Tommaso ad avere scarsa fiducia nei suoi compagni o non siano piuttosto i discepoli ad essere poco convincenti perché poco credibili. A ben considerare, sono ancora chiusi dentro… si fermano a delle parole… e Tommaso non ha bisogno di parole, ma di un’esperienza che lo tocchi. È vero, chiede di “toccare”, ma in fondo desidera “essere toccato”, dentro, in profondità. E il Risorto viene a cercare anche questa pecorella che potrebbe smarrirsi, questa dracma che rischia di perdersi.
Tommaso non si perderà. Ritornato in sintonia con la comunità, non esiterà a spingersi di nuovo fuori, e andare ancora più lontano. Secondo la tradizione, toccherà a lui evangelizzare la Siria, la Persia e giungere fino in India, dove morirà martire. Sempre e solo per amore del Cristo Risorto.
Tommaso è nostro “didimo”, gemello, nelle difficoltà che talvolta incontriamo a rimanere all’interno della comunità di fede per incomprensioni, perché non troviamo sufficiente calore umano o una testimonianza davvero sincera.
È nostro gemello in quella inquietudine che ci fa entrare e uscire, un piede dentro e uno fuori, mai totalmente convinti, mai totalmente coinvolti.
È nostro gemello nella sua prudenza a fidarsi. E in questi tempi, in cui è complicato distinguere notizie vere da quelle false e ogni informazione può essere manipolata, la sua diffidenza può diventare addirittura una virtù.
È nostro gemello quando, nonostante tutto, ci accorgiamo che è nella comunità il nostro posto, e che si possono avere differenze di vedute ma se ne può parlare con franchezza, anche dirsi “non vi credo” ed essere accolti comunque dagli altri in paziente reciproca attesa di ritrovarsi in sintonia.
È nostro gemello nel desiderio di avere un’esperienza di fede personale e profonda, di grande intimità con il Signore, ma vivendola in comunione con i fratelli.
Sia nostro gemello in quella professione di fede finale- la più alta in tutto il vangelo- che scioglie ogni esitazione e si arrende all’Amore.