MURO, CROCE, LUCE

Un muro spesso e invalicabile: la morte. In esso, una croce, definita non da un “pieno” ma da un “vuoto”: la croce è ora superata, delimitata e attraversata dalla luce della Risurrezione, che simbolicamente proviene dal cero pasquale posto in alto sopra il muro. È quella luce che ha fatto tremare la costruzione e ha aperto il varco che lascia intravedere un “oltre”.

Cristo è morto ed è risorto. Il tabernacolo accanto ne custodisce la presenza.

La croce, posta in un angolo, allude a Cristo pietra angolare della Chiesa. Ma, a differenza delle pietre angolari che reggono gli edifici con la loro solidità, Cristo lo è nella massima debolezza: la croce, rappresentata vuota, e quindi apparentemente inadatta a garantire la stabilità del muro. Ma la logica umana è qui capovolta: è nella debolezza della croce che si dispiega l’infinita potenza dell’Amore.

Morte e Risurrezione, croce e luce: rappresentano la pietra angolare anche della nostra fede. S. Paolo esclama “Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede” (1Cor 15).

Scatti di Pasqua 2017

 

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